Dopo anni di
barzellette, scherzetti, disegni osceni e corna l’Italia sembra tornare ad
essere considerata.
Nel vertice di ieri a Bruxelles, che ha visto contrapposti da un lato Germania, Finlandia e Olanda e dall’altro Spagna e Italia (spalleggiate dalla Francia), è successo qualcosa che non accadeva da tempo.
Nel vertice di ieri a Bruxelles, che ha visto contrapposti da un lato Germania, Finlandia e Olanda e dall’altro Spagna e Italia (spalleggiate dalla Francia), è successo qualcosa che non accadeva da tempo.
L’Italia ha
fatto valere le proprie posizioni e, con l’aiuto di Rajoy, le ha imposte alle
tre nordiche appena menzionate.
Ma più che il
risultato in termini economico-finanziari (con gli effetti, almeno oggi,
decisamente positivi sui mercati) è il risultato politico e d’immagine che
colpisce.
Prima di tutto
l’immagine.
Veniamo da un
periodo sicuramente buio in termini di credibilità, con il teatrino e le
buffonate del ex Presidente del Consiglio Berlusconi che (forse in Italia
potranno essere state dimenticate) in Europa sono ricordate benissimo da tutti.
Ma ciononostante
il Cavaliere torna alla carica e, forte del suo nuovo progetto politico,
attacca Monti riguardo alle sue presunte incapacità di essere un leader europeo
e alla sua mancata forza nel contrastare la Merkel. Proprio lui, ricordato per
gli scherzetti alla Cancelliera, per la figuraccia al Parlamento Europeo, per i
disegnini di intimo da donna ad un vertice UE con Brown e Sarkozy, vuole
insegnare come comportarsi di fronte ai colleghi stranieri.
Lo scandalo del
Bunga bunga, forse, è stata la ciliegina sulla torta.
Ne consegue che,
per ovvie ragioni, l’Italia venisse considerata poco o niente, soprattutto dai
grandi come la Germania.
Secondo, ma non
meno importante: il significato politico.
Il governo Monti
ha fatto discutere molto per le scelte economiche interne, e anche i risultati
degli accordi raggiunti ieri lasciano molti dubbi sulle loro reali capacità.
Lasciando quindi
da parte questi aspetti, è importante notare come l’Italia si sia messa di
traverso alle proposte della Germania e, unitamente a Spagna e Francia, abbiano
fatto sentire la propria voce.
Qualcuno dirà
che Monti è un premier al servizio delle banche e che le misure decise a
Bruxelles sono tanto fumo e poco arrosto, ma il fatto che un premier italiano
abbia avuto un ruolo centrale nel dibattito e abbia portato avanti con successo
le proprie posizioni è già un buon risultato.